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6 novembre – lunedì Tempo Ordinario – 31a Settimana

6 novembre – lunedì Tempo Ordinario – 31a Settimana
11/04/2023 elena

6 novembre – lunedì
Tempo Ordinario – 31a Settimana

Prima lettura (Rm 11,29-36)

   Fratelli, i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili! Come voi un tempo siete stati disobbedienti a Dio e ora avete ottenuto misericordia a motivo della loro disobbedienza, così anch’essi ora sono diventati disobbedienti a motivo della misericordia da voi ricevuta, perché anch’essi ottengano misericordia. Dio infatti ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per essere misericordioso verso tutti! O profondità della ricchezza, della sapienza e della conoscenza di Dio! Quanto insondabili sono i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie! Infatti, chi mai ha conosciuto il pensiero del Signore? O chi mai è stato suo consigliere? O chi gli ha dato qualcosa per primo tanto da riceverne il contraccambio? Poiché da lui, per mezzo di lui e per lui sono tutte le cose. A lui la gloria nei secoli. Amen.

Il giudizio di Dio è inaccessibile

San Tommaso
(Sulla lettera ai Romani,
c. 11, lez. 5, v. 33b, n. 937)

   937. Poi, quando dice: «Quanto insondabili sono …», mostra l’eccellenza della divina sapienza mettendola a confronto con il nostro intelletto.
   E in primo luogo quanto alla sapienza, alla quale spetta giudicare e ordinare. Perciò dice: «Quanto insondabili sono i suoi giudizi», dato che l’uomo non può comprendere la ragione dei giudizi divini, poiché sono nascosti nella divina sapienza – Sal 35,7: «I tuoi giudizi sono come un grande abisso»; e Gb 11,7: «Forse comprenderai le tracce di Dio e penetrerai l’Onnipotente fino alla perfezione?».
   In secondo luogo quanto alla scienza, mediante la quale opera nella realtà. Per cui aggiunge: «e inaccessibili», ossia non completamente accessibili all’uomo, «le sue vie», ossia i suoi procedimenti, con cui opera nel creato. E anche se le stesse creature fossero conosciute dall’uomo, tuttavia i modi con i quali Dio opera nelle creature non possono essere compresi dall’uomo. Sal 76,20: «Sul mare passa la tua via e i tuoi sentieri sulle grandi acque, e le tue orme rimarranno invisibili». Gb 38,24: «Per quale via si sparge la luce…».

Testo latino di San Tommaso
(Super epistolam ad Romanos,

c. 11, lect. 5, v. 33b, n. 937)

   Deinde cum dicit quam incomprehensibilia, etc., ostendit excellentiam divinae sapientiae per comparationem ad nostrum intellectum. Et primo quantum ad sapientiam, ad quam pertinet iudicare et ordinare. Unde dicit quam incomprehensibilia sunt iudicia eius, quia scilicet homo non potest comprehendere rationem divinorum iudiciorum, quia in sapientia Dei latent. Ps. 35,7: iudicia tua abyssus multa. Iob 11,7: forsitan vestigia Dei comprehendes, et Omnipotentem usque ad perfectum reperies. Secundo quantum ad scientiam, per quam in rebus operatur. Unde subdit et investigabiles, id est non perfecte ab homine vestigabiles, viae eius, id est processus eius, quibus in creaturis operatur. Et si ipsae creaturae sint homini notae, tamen modi quibus Deus in creaturis operatur ab homine comprehendi non possunt. Ps. 76,19: in mari via tua et semitae tuae in aquis multis, et vestigia tua non cognoscentur. Iob 38, v. 24: per quam viam spargitur lux, et cetera.

Vangelo (Lc 14,12-14)

   In quel tempo, Gesù disse al capo dei farisei che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».

La ricompensa futura

San Tommaso
(Catena aurea sul Vangelo di San Luca,
c. 14, lez. 3, v. 15)

   Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti. BEDA: Sebbene tutti risorgano, tuttavia si dice risurrezione quella dei giusti perché in questa risurrezione essi non dubitano di essere beati; perciò coloro che invitano i poveri al banchetto, in futuro riceveranno i premi, mentre coloro che invitano gli amici, i fratelli e i ricchi ricevono già ora la loro mercede. Se però uno fa questo per amore di Dio sull’esempio dei figli di Giobbe, Dio, che ha comandato i doveri dell’amore fraterno, gli concederà la ricompensa. CRISOSTOMO: Ma direte: il povero è immondo e sporco. Allora lavalo, e fallo sedere alla tua mensa. Se ha dei vestiti sporchi, dagli un indumento pulito. Per mezzo di lui è Cristo che viene, e tu racconti cose futili? GREGORIO NISSENO: Non trascurare gli ammalati come se non fossero degni di nulla; pensa chi sono e scoprirai la loro dignità. Essi hanno rivestito l’immagine del Salvatore, sono eredi dei beni futuri, posseggono le chiavi del regno, idonei ad accusare e scusare, non parlando loro stessi, ma in quanto esaminati dal giudice. CRISOSTOMO: Perciò è opportuno che tu li accolga su nel terrazzo; e se ciò non piace, almeno in basso, dove stanno gli animali e la servitù, perché è Cristo che tu accogli. Che il povero sia trattato almeno come un guardiano; infatti, dove si fa l’elemosina, il diavolo non osa entrare; e se non lo fai sedere con te, fagli almeno giungere le vivande della tua mensa. ORIGENE: In senso mistico chi evita la vanagloria invita i poveri al banchetto spirituale, cioè gli inesperti, per arricchirli; i deboli, cioè coloro che hanno una coscienza ammalata, per guarirli; gli zoppi, cioè quelli che si allontanano dalla ragione, per ricondurli sulla retta via; i ciechi, cioè coloro che sono privi della contemplazione della verità, per mostrare loro la luce vera. Mentre poi viene detto: perché non hanno da ricambiarti, ossia non sanno come risponderti.

Testo latino di San Tommaso
(Catena aurea Super Lucam,

c. 14, lect. 3, v. 15)

   «Retribuetur enim in resurrectione iustorum». Beda. Et si omnes resurgunt, iustorum tamen resurrectio dicitur, quia in hac resurrectione beatos se esse non dubitant; ergo qui pauperes ad convivium vocant, in futuro praemia recipient; qui autem amicos, fratres et divites vocat, recepit mercedem suam. Sed si hoc propter Deum facit in exemplum filiorum Iob, sicut cetera fraternae dilectionis officia, ipse qui iussit remunerat. Chrysostomus. Sed dicitis: immundus est pauper et sordidus. Lava eum, et fac tecum in mensa sedere. Si vestes sordidas habet, mundum indumentum exhibeas. Christus accedit per eum, et tu frivola loqueris? Gregorius Nyssenus. Non ergo negligas iacentes, quasi nullo sint digni; cogita qui sint, et pretiositatem eorum invenies. Salvatoris induerunt imaginem, futurorum bonorum heredes, regni clavigeri, accusatores et excusatores idonei, non loquentes, sed inspecti a iudice. Chrysostomus. Decet ergo eos sursum in solario suscipere; si non placet, saltem deorsum, ubi sunt subiugalia et famuli, Christum suscipias: fiat saltem pauper aedituus: ubi enim est eleemosyna, non audet intrare diabolus: et si non secum consedeas, mitte saltem eis de mensa fercula. Origenes. Mystice vero qui vanam gloriam vitat, vocat ad spirituale convivium pauperes, idest imperitos, ut ditet; debiles, hoc est laesam conscientiam habentes, ut sanet; claudos, idest declinantes a ratione, ut rectas semitas faciant; caecos, idest qui carent contemplatione veritatis, ut veram lucem videant. Quod autem dicitur non possunt retribuere tibi, idest non noverunt responsum proferre.

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