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3 novembre – venerdì Tempo Ordinario – 30a Settimana

3 novembre – venerdì Tempo Ordinario – 30a Settimana
11/04/2023 elena

3 novembre – venerdì
Tempo Ordinario – 30a Settimana

Prima lettura (Rm 9,1-5)

   Fratelli, dico la verità in Cristo, non mento, e la mia coscienza me ne dà testimonianza nello Spirito Santo: ho nel cuore un grande dolore e una sofferenza continua. Vorrei infatti essere io stesso anàtema, separato da Cristo a vantaggio dei miei fratelli, miei consanguinei secondo la carne. Essi sono Israeliti e hanno l’adozione a figli, la gloria, le alleanze, la legislazione, il culto, le promesse; a loro appartengono i patriarchi e da loro proviene Cristo secondo la carne, egli che è sopra ogni cosa, Dio benedetto nei secoli. Amen.

La separazione da Cristo

San Tommaso
(Sulla lettera ai Romani,
c. 9, lez. 1, v. 3, nn. 740-741)

   740. Perciò dice: «vorrei infatti essere io stesso anàtema, separato da Cristo», cioè separato da lui, il che avviene in due modi.
   In un primo modo, mediante la colpa, per la quale si viene separati dall’amore di Cristo, dal momento che non si osserva il suo precetto. Gv 14,15: «Se mi amate, osservate i miei comandamenti». Ora, l’Apostolo non poteva desiderare per nessun motivo di essere anàtema in questo modo, come appare chiaro da quanto detto in precedenza (Rm 8,35). Infatti ciò è contro l’ordine dell’amore, per il quale si è tenuti ad amare Dio sopra ogni cosa e la propria salvezza più di quella altrui. Per questo motivo non dice: «voglio», ma «vorrei», riferendosi al tempo dell’incredulità. Ma rispetto a ciò l’Apostolo non dice nulla di grande, poiché allora voleva, anche per se stesso, essere separato da Cristo. Per questo motivo qualche Glossa spiega le parole «ho un grande dolore», come riferite alla tristezza con cui si doleva del passato stato di peccato, quando voleva essere separato da Cristo.
   In un secondo modo, si può essere separati dall’amore di Cristo nel senso di essere separati dalla fruizione di Cristo che si ha nella gloria.
   Ora, in questo modo l’Apostolo voleva essere separato da Cristo per la salvezza dei Gentili, nonché per la conversione dei Giudei, secondo Fil 1,23 s.: «Desidero essere sciolto dal corpo per essere con Cristo, il che sarebbe assai meglio, ma è necessario rimanere nella carne per voi». E in questo senso diceva: «vorrei», cioè, se fosse possibile, «essere anàtema», cioè separato dalla gloria, o in modo assoluto o temporaneamente, per onore di Cristo, onore che deriva dalla conversione dei Giudei, secondo Pr 14,28: «La dignità del re sta nella moltitudine del popolo». Perciò il Crisostomo dice, nel libro De compunctione cordis (lib. 1, n. 7): «l’amore sottomette tutta la sua mente in modo tale che egli accetterebbe di rinunciare anche a ciò che era la cosa più amabile di tutte le altre, l’essere con Cristo; e di nuovo, per piacere così a Cristo, persino al regno dei cieli, che sembrava essere la ricompensa del lavoro per Cristo».
   741. E mostra la causa di tale effetto aggiungendo: «a vantaggio dei miei fratelli». Perciò in Sir25,1 s. si dice: «Tre sono le cose approvate davanti a Dio e agli uomini: la concordia dei fratelli…». E affinché ciò non venisse inteso di coloro che erano spiritualmente fratelli in Cristo – secondo Mt23,8: «Voi siete tutti fratelli» – aggiunge «miei consanguinei secondo la carne». 2 Cor 11,22: «Sono stirpe di Abramo? Anch’io!».

Testo latino di San Tommaso
(Super epistolam ad Romanos,

c. 9, lect. 1, v. 3, nn. 740-741)

   Dicit ergo optabam ego ipse anathema esse a Christo, id est separatus ab eo, quod quidem fit dupliciter. Uno modo per culpam, per quam aliquis a charitate Christi separatur, eius praeceptum non servans. Io. 14,15: si diligitis me, mandata mea servate. Sic autem apostolus non poterat optare esse anathema a Christo pro quacumque causa, ut ex supra dictis in 8,35, patet. Est enim hoc contra ordinem charitatis, quo quis tenetur Deum super omnia diligere et salutem suam plusquam salutem aliorum. Et ideo non dicit, opto sed optabam, scilicet, tempore infidelitatis. Sed secundum hoc nihil magnum dicit apostolus, quia tunc etiam propter se volebat esse separatus a Christo. Unde et quaedam Glossa exponit quod dicit, tristitia magna est mihi, de tristitia qua dolebat de praeterito statu peccati, in quo a Christo voluerat esse separatus. Alio modo potest aliquis esse separatus a Christo, id est a fruitione Christi quae habetur in gloria. Sic autem separari a Christo volebat apostolus pro salute gentilium, nedum pro conversione Iudaeorum, secundum illud Philipp. c. 1,23 s.: desiderium habens dissolvi et cum Christo esse, multo melius; permanere in carne necessarium propter vos. Et hoc modo dicebat optabam, scilicet si fieri posset, anathema esse, id est separatus a gloria, vel simpliciter vel ad tempus, propter honorem Christi, qui est ex conversione Iudaeorum, secundum illud Prov. 14,28: in multitudine populi dignitas regis. Unde Chrysostomus dicit in libro de compunctione cordis: ita totam eius mentem devicit amor, ut etiam eo quod prae caeteris omnibus amabilius erat esse cum Christo, rursum idipsum, quia ita placeret Christo contemneret, sed et caelorum regna, quod videbatur laborum esse remuneratio pro Christo, nihilominus cedere pateretur. Et causam tanti affectus ostendit subdens pro fratribus meis. Unde Eccli. 25, v. 1 s. dicitur, quod tria sunt probata coram Deo et hominibus: concordia fratrum, et cetera. Et ne hoc intelligeretur de his qui erant spiritualiter in Christo fratres, secundum illud Matth. 23,8: omnes vos fratres estis, subiungit qui sunt cognati mei secundum carnem. 2 Cor. 11,22: semen Abrahae sunt, et ego.

Vangelo (Lc 14,1-6)

   Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Ed ecco, davanti a lui vi era un uomo malato di idropisìa. Rivolgendosi ai dottori della Legge e ai farisei, Gesù disse: «È lecito o no guarire di sabato?». Ma essi tacquero. Egli lo prese per mano, lo guarì e lo congedò. Poi disse loro: «Chi di voi, se un figlio o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà fuori subito in giorno di sabato?». E non potevano rispondere nulla a queste parole.

Il senso del precetto del sabato

San Tommaso
(S. Th. I-II, q. 100, a. 8, soluzione 4)

   4. La decisione ricordata fu un’interpretazione del precetto più che una dispensa. Infatti non si deve pensare che violi il sabato chi compie un’opera necessaria alla salvezza dell’uomo, come il Signore insegna in Mt 12.

Testo latino di San Tommaso
(S. Th. I-II, q. 100, a. 8, ad quartum)

   Ad quartum dicendum quod illa excogitatio magis fuit interpretatio praecepti quam dispensatio. Non enim intelligitur violare sabbatum qui facit opus quod est necessarium ad salutem humanam; sicut Dominus probat, Matth. 12 [3 sqq.].

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