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8 settembre – venerdì Festa della Natività della Beata Vergine Maria

8 settembre – venerdì Festa della Natività della Beata Vergine Maria
05/04/2023 elena

8 settembre – venerdì
Festa della Natività
della Beata Vergine Maria

Prima lettura
(Mi 5,1-4a)

   E tu, Betlemme di Èfrata, così piccola per essere fra i villaggi di Giuda, da te uscirà per me colui che deve essere il dominatore in Israele; le sue origini sono dall’antichità, dai giorni più remoti. Perciò Dio li metterà in potere altrui, fino a quando partorirà colei che deve partorire; e il resto dei tuoi fratelli ritornerà ai figli d’Israele. Egli si leverà e pascerà con la forza del Signore, con la maestà del nome del Signore, suo Dio. Abiteranno sicuri, perché egli allora sarà grande fino agli estremi confini della terra. Egli stesso sarà la pace!

Betlemme

San Tommaso
(S. Th. III, q. 35, a. 7,
corpo e soluzione delle difficoltà)

   Cristo volle nascere a Betlemme per due motivi. Primo, perché egli nacque dalla stirpe di Davide secondo la carne (Rm 1,3), Davide, al quale era stata fatta una promessa speciale su Cristo, secondo le parole di 2 Sam 23 [1]: Così disse [Davide], l’uomo a cui fu fatta la promessa sul Cristo del Dio di Giacobbe. Perciò egli volle nascere a Betlemme, dov’era nato Davide, affinché dallo stesso luogo di nascita fosse manifesto l’adempimento della promessa. Ed è ciò che vuole indicare l’evangelista quando scrive: Poiché egli era della casa e della famiglia di Davide [Lc 2,4]. Secondo, perché, come nota S. Gregorio, «Betlemme significa casa del pane. E Cristo disse di sé: Io sono il pane vivo, disceso dal cielo».
   1. Davide nacque a Betlemme, ma scelse Gerusalemme per farne la sede del suo regno e costruirvi il tempio di Dio, in modo che Gerusalemme fosse una città regale e sacerdotale insieme. Ora, il sacerdozio di Cristo e il suo regno furono attuati soprattutto con la sua passione. Così egli scelse convenientemente Betlemme per la sua nascita e Gerusalemme per la passione. E in questo modo egli volle anche confondere la gloria degli uomini, i quali si vantano di essere nati in città illustri, nelle quali inoltre bramano particolarmente di essere onorati. Cristo al contrario volle nascere in una città umile, ed essere oltraggiato in una città nobile.
   2. Cristo volle fiorire per la santità della vita, non per l’origine carnale. E così volle essere nutrito ed educato nella città di Nazareth, mentre a Betlemme volle nascere come un forestiero; poiché, come dice S. Gregorio, «per l’umanità che aveva presa nacque come in casa d’altri; non secondo la potenza, ma secondo la natura». Inoltre, come afferma S. Beda, «col rendersi bisognoso di un alloggio preparò a noi molti posti nella casa del Padre suo».
   3. Come si legge in un sermone del Concilio di Efeso, «se [Cristo] avesse scelto Roma, la città più potente, si sarebbe potuto pensare che avrebbe cambiato il mondo grazie al potere dei concittadini. Se fosse stato figlio dell’imperatore, si sarebbe attribuita la sua riuscita al potere [imperiale]. Per mostrare invece che il mondo sarebbe stato trasformato dalla sua divinità, scelse una madre povera e una patria ancora più povera». – Però Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti, come è detto in 1 Cor 1 [27]. Quindi, per manifestare meglio la sua potenza, stabilì a Roma, capitale del mondo, il centro della sua Chiesa, come segno di completa vittoria, affinché di là la fede si diffondesse su tutta la terra, secondo la profezia di Is 26 [5]: Umilierà la città sublime e la calpesteranno i piedi del povero, cioè di Cristo, i passi degli indigenti, cioè degli Apostoli Pietro e Paolo.

Testo latino di San Tommaso
(S. Th. III, q. 35, a. 7,

corpus e responsio ad obiecta)

   Respondeo dicendum quod Christus in Bethlehem nasci voluit duplici ratione. Primo quidem, quia factus est ex semine David secundum carnem, ut dicitur Rom. 1 [3], cui etiam fuerat facta repromissio specialis de Christo, secundum illud 2 Reg. 23 [1], dixit vir cui constitutum de Christo Dei Iacob. Et ideo in Bethlehem, de qua natus fuit David, nasci voluit, ut ex ipso loco nativitatis promissio ei facta impleta ostenderetur. Et hoc designat Evangelista [Luc. 2,4] dicens, eo quod esset de domo et familia David. Secundo quia, ut Gregorius dicit, in homilia, Bethlehem domus panis interpretatur. Ipse Christus est qui ait, ego sum panis vivus, qui de caelo descendi.
   Ad primum ergo dicendum quod, sicut David in Bethlehem natus est [1 Reg. 17,12], ita etiam Ierusalem elegit ut in ea sedem regni constitueret, et templum Dei ibi aedificaret [2 Reg. 5,5; 7],  et sic Ierusalem esset civitas simul regalis et sacerdotalis. Sacerdotium autem Christi, et eius regnum, praecipue consummatum est in eius passione. Et ideo convenienter Bethlehem elegit nativitati, Ierusalem vero passioni. Simul etiam per hoc hominum gloriam confutavit, qui gloriantur de hoc quod ex civitatibus nobilibus originem ducunt, in quibus etiam praecipue volunt honorari. Christus autem e converso in civitate ignobili nasci voluit, et in civitate nobili pati opprobrium.
   Ad secundum dicendum quod Christus florere voluit secundum virtuosam conversationem, non secundum carnis originem. Et ideo in civitate Nazareth educari voluit et nutriri. In Bethlehem autem voluit quasi peregre nasci, quia, ut Gregorius dicit, per humanitatem quam assumpserat, quasi in alieno nascebatur, non secundum potestatem, sed secundum naturam. Et, ut etiam Beda dicit, per hoc quod in diversorio loco eget, nobis multas mansiones in domo Patris sui praepararet.
   Ad tertium dicendum quod, sicut dicitur in quodam sermone Ephesini Concilii, si maximam Romam elegisset civitatem, propter potentiam civium mutationem orbis terrarum putarent. Si filius fuisset imperatoris, potestati utilitatem adscriberent. Sed ut divinitas cognosceretur orbem transformasse terrarum, pauperculam elegit matrem, pauperiorem patriam. – Elegit autem Deus infirma mundi ut confundat fortia, sicut dicitur 1 Cor. 1 [27]. Et ideo, ut suam potestatem magis ostenderet, in ipsa Roma, quae caput orbis erat, statuit caput Ecclesiae suae, in signum perfectae victoriae, ut exinde fides derivaretur ad universum mundum, secundum illud Isaiae 26 [5-6], civitatem sublimem humiliabit, et conculcabit eam pes pauperis, idest Christi, gressus egenorum, idest apostolorum Petri et Pauli.

oppure

Prima lettura
(Rm 8,28-30)

   Fratelli, noi sappiamo che tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio, per coloro che sono stati chiamati secondo il suo disegno. Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto, li ha anche predestinati a essere conformi all’immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli; quelli poi che ha predestinato, li ha anche chiamati; quelli che ha chiamato, li ha anche giustificati; quelli che ha giustificato, li ha anche glorificati.

La santificazione
della Madre di Dio

San Tommaso
(S. Th. III, q. 27, a. 5, soluzione 2)

   2. Nell’ordine naturale si trova al primo posto la perfezione dispositiva, quella, p. es., della materia rispetto alla forma. Al secondo posto viene la perfezione superiore della forma: così il calore proveniente dal fuoco è più forte di quello che ha disposto la legna a prendere fuoco. Al terzo posto poi c’è la perfezione del fine raggiunto, come quando il fuoco, salito al suo luogo naturale, esplica tutte le sue qualità. Similmente nella Beata Vergine c’è stata una triplice perfezione di grazia. Prima quella dispositiva, che l’ha resa idonea a essere madre di Cristo, e questa fu la perfezione prodotta dalla sua santificazione. La seconda perfezione di grazia fu prodotta dalla presenza in lei del Figlio di Dio incarnato nel suo seno. La terza perfezione è quella finale che ha nella gloria. Che la seconda perfezione sia superiore alla prima e la terza alla seconda risulta innanzi tutto dalla progressiva liberazione dal male. Infatti, primo, nella sua santificazione essa fu liberata dal peccato originale; secondo, nel concepimento del Figlio di Dio fu totalmente liberata dal fomite; terzo, nella sua glorificazione fu liberata da ogni umana miseria. – In secondo luogo risulta dal progresso nel bene. Infatti nella sua prima santificazione ottenne la grazia che la inclinava al bene; nel concepimento del Figlio di Dio ebbe la consumazione della grazia che la confermava nel bene; nella glorificazione ebbe il coronamento della grazia che la costituiva nel godimento di ogni bene.

Testo latino di San Tommaso
(S. Th. III, q. 27, a. 5, ad secundum)

   Ad secundum dicendum quod in rebus naturalibus primo quidem est perfectio dispositionis, puta cum materia est perfecte ad formam disposita. Secundo autem est perfectio formae, quae est potior, nam et ipse calor est perfectior qui provenit ex forma ignis, quam ille qui ad formam ignis disponebat. Tertio autem est perfectio finis, sicut cum ignis habet perfectissime suas qualitates, cum ad locum suum pervenerit. Et similiter in beata virgine fuit triplex perfectio gratiae. Prima quidem quasi dispositiva, per quam reddebatur idonea ad hoc quod esset mater Christi, et haec fuit perfectio sanctificationis. Secunda autem perfectio gratiae fuit in beata virgine ex praesentia filii Dei in eius utero incarnati. Tertia autem perfectio est finis, quam habet in gloria. Quod autem secunda perfectio sit potior quam prima, et tertia quam secunda, patet quidem, uno modo, per liberationem a malo. Nam primo, in sua sanctificatione fuit liberata a culpa originali; secundo, in conceptione filii Dei fuit totaliter mundata a fomite; tertio vero, in sui glorificatione fuit liberata etiam ab omni miseria. Alio modo, per ordinem ad bonum. Nam primo, in sua sanctificatione adepta est gratiam inclinantem eam ad bonum; in conceptione autem filii Dei consummata est ei gratia confirmans eam in bono; in sui vero glorificatione consummata est eius gratia perficiens eam in fruitione omnis boni.

Vangelo
(Mt 1,1-16.18-23)

   Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asaf, Asaf generò Giosafat, Giosafat generò Ioram, Ioram generò Ozìa, Ozìa generò Ioatàm, Ioatàm generò Acaz, Acaz generò Ezechìa, Ezechìa generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosìa, Giosìa generò Ieconìa e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconìa generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo. Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa Dio con noi.

Maria vera madre

San Tommaso
(S. Th. III, q. 35, a. 3, corpo)

   La Beata Vergine Maria è la vera e naturale madre di Cristo. Infatti, come si è detto sopra, il corpo di Cristo non discese dal cielo, come insegnò l’eretico Valentino; ma fu desunto dalla Vergine madre, e formato dal suo sangue più puro. Ora, questo solo è richiesto per essere madre, come si è visto. Quindi la Beata Vergine è veramente madre di Cristo.

Testo latino di San Tommaso
(S. Th. III, q. 35, a. 3, corpo)

   Respondeo dicendum quod beata virgo Maria est vera et naturalis mater Christi. Sicut enim supra [q. 5 a. 2; q. 31 a. 5] dictum est, corpus Christi non est de caelo allatum, sicut Valentinus haereticus posuit, sed de virgine matre sumptum, et ex purissimis sanguinibus eius formatum. Et hoc solum requiritur ad rationem matris, ut ex supra [q. 31 a. 5; q. 32 a. 4] dictis patet. Unde Beata Virgo vere est mater Christi.

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