1 settembre – venerdì
Tempo Ordinario– 21a Settimana
Prima lettura (1 Ts 4,1-8)
Fratelli, vi preghiamo e supplichiamo nel Signore Gesù affinché, come avete imparato da noi il modo di comportarvi e di piacere a Dio – e così già vi comportate –, possiate progredire ancora di più. Voi conoscete quali regole di vita vi abbiamo dato da parte del Signore Gesù. Questa infatti è volontà di Dio, la vostra santificazione: che vi asteniate dall’impurità, che ciascuno di voi sappia trattare il proprio corpo con santità e rispetto, senza lasciarsi dominare dalla passione, come i pagani che non conoscono Dio; che nessuno in questo campo offenda o inganni il proprio fratello, perché il Signore punisce tutte queste cose, come vi abbiamo già detto e ribadito. Dio non ci ha chiamati all’impurità, ma alla santificazione. Perciò chi disprezza queste cose non disprezza un uomo, ma Dio stesso, che vi dona il suo santo Spirito.
Questa è la volontà di Dio,
la vostra santificazione
San Tommaso
(Sulla prima lettera ai Tessalonicesi,
c. 4, lez. 1, vv. 2-3, nn. 76-77)
76. Egli dice dunque: sebbene siate buoni, tuttavia mediante la pratica dei comandamenti e dei consigli crescerete abbondantemente e progredirete. 2 Cor 9,8: «Dio ha potere di far abbondare in voi ogni grazia». Infatti la carità è così grande che ci rimane sempre qualche punto in cui progredire.
77. Inoltre quello che avete ricevuto dall’esortazione è onesto e utile. Sal 18,8: «La legge del Signore è perfetta …». Pr 6,23: «Poiché il comando è una lampada e l’insegnamento una luce e un sentiero di vita». Per cui dice: «quali regole di vita». E questo «da parte del Signore Gesù», ossia ricevute da lui. 1 Cor 11,23: «Io ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso …». Eb 2,3: «Questa, dopo essere stata promulgata all’inizio dal Signore, è stata confermata in mezzo a noi da quelli che l’avevano udita …». E tali sono queste cose.
«Questa infatti è la volontà di Dio, la vostra santificazione», come se dicesse: tutti i precetti del Signore sono stati dati perché siete santi. Infatti la santità esprime purezza e solidità. E tutti i comandamenti di Dio portano a questo: affinché uno sia puro da ogni male e saldo nel bene. Rm 12,2: «Per poter discernere la volontà di Dio», che si rende manifesta attraverso i comandamenti.
Testo latino di San Tommaso
(Super primam epistolam ad Thessalonicenses,
c. 4, lect. 1, vv. 2-3, nn. 76-77)
Dicit ergo: licet sitis boni, tamen per exercitium mandatorum et consiliorum abundabitis et proficietis. 2 Cor. 9,8: potens est Deus omnem gratiam abundare facere in vobis. Est enim charitas tam magna, quod semper restat quo proficiendum sit. Item quae ex monitione accepistis, honesta sunt et utilia. Ps. 18,8: lex Domini immaculata, et cetera. Prov. 6,23: mandatum lucerna est, et lex lux et via vitae. Ideo dicit quae praecepta, id est, qualia. Et hoc per Dominum Iesum accepta ab eo. 1 Cor. c. 11,23: ego enim accepi a Domino quod et tradidi vobis, et cetera. Hebr. 2,3: quae cum initium accepisset enarrari per Dominum ab his, qui audierunt, et cetera. Et haec sunt ista. Haec est voluntas Dei sanctificatio vestra, quasi dicat: omnia praecepta Dei sunt ad hoc quod sitis sancti. Sanctitas enim dicit munditiam et firmitatem. Et omnia Dei praecepta inducunt ad ista, ut quis mundus sit a malo, et firmus in bono. Rom. 12,2: probetis quae sit voluntas Dei, scilicet explicata per praecepta.
Vangelo (Mt 25,1-13)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, assieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».
La vigilanza o sollecitudine
San Tommaso
(S. Th., II-II, q. 47, a. 9, in contrario e corpo)
In 1 Pt 4 [7] è detto: Siate prudenti e vigilate nella preghiera. Ma la vigilanza si identifica con la sollecitudine. Quindi la sollecitudine appartiene alla prudenza.
S. Isidoro spiega che «sollecito suona solers citus [solerte veloce]», per il fatto che uno, per una certa solerzia dell’animo, è veloce nell’intraprendere le cose da farsi. E ciò è proprio della prudenza, il cui atto principale è il comandare azioni deliberate e giudicate in precedenza. Ecco perché il Filosofo dice che «bisogna eseguire prontamente quanto si è deliberato, mentre si deve deliberare con lentezza». Per questo la sollecitudine appartiene propriamente alla prudenza. E per questo S. Agostino insegna che «spetta alla prudenza fare la guardia con somma vigilanza, perché con l’insinuarsi dei cattivi consigli un po’ per volta non restiamo ingannati».
Testo latino di San Tommaso
(S. Th., II-II, q. 47, a. 9, sed contra e corpus)
Sed contra est quod dicitur 1 Pet. 4 [7], estote prudentes, et vigilate in orationibus. Sed vigilantia est idem sollicitudini. Ergo sollicitudo pertinet ad prudentiam.
Respondeo dicendum quod, sicut dicit Isidorus, in libro Etymol., sollicitus dicitur quasi solers citus, inquantum scilicet aliquis ex quadam solertia animi velox est ad prosequendum ea quae sunt agenda. Hoc autem pertinet ad prudentiam, cuius praecipuus actus est circa agenda praecipere de praeconsiliatis et iudicatis. Unde philosophus dicit, in 6 Ethic., quod oportet operari quidem velociter consiliata, consiliari autem tarde. Et inde est quod sollicitudo proprie ad prudentiam pertinet. Et propter hoc Augustinus dicit, in libro De mor. Ecc., quod prudentiae sunt excubiae atque diligentissima vigilantia ne, subrepente paulatim mala suasione, fallamur.