3 aprile – lunedì
Settimana Santa
Prima lettura (Is 42,1-7)
«Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto di cui mi compiaccio. Ho posto il mio spirito su di lui; egli porterà il diritto alle nazioni. Non griderà né alzerà il tono, non farà udire in piazza la sua voce, non spezzerà una canna incrinata, non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta; proclamerà il diritto con verità. Non verrà meno e non si abbatterà, finché non avrà stabilito il diritto sulla terra, e le isole attendono il suo insegnamento. Così dice il Signore Dio, che crea i cieli e li dispiega, distende la terra con ciò che vi nasce, dà il respiro alla gente che la abita e l’alito a quanti camminano su di essa: Io, il Signore, ti ho chiamato per la giustizia e ti ho preso per mano; ti ho formato e ti ho stabilito come alleanza del popolo e luce delle nazioni, perché tu apra gli occhi ai ciechi e faccia uscire dal carcere i prigionieri, dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebre».
Ti ho stabilito come alleanza
San Tommaso (Su Isaia, 42)
Si noti sulle parole: Ti ho stabilito come alleanza, che Cristo è stabilito come alleanza in primo luogo per conservare la salvezza. Gen 9: «Porrò il mio arco sulle nubi, e sarà un segno della mia alleanza». Secondo, per compiere la promessa. 2 Cor 1: «Tutte le promesse di Dio in lui si sono avverate». Terzo, per realizzare l’amore di Dio. Gv 3: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito». Quarto, in quanto segno della cessazione della legge. Sal 39: «Non hai voluto sacrifici per il peccato».
Testo latino di San Tommaso
(In Isaiam, 42)
Nota super illo verbo, Dedi te in foedus, quia Christus dicitur datus in foedus primo conservandae salutis. Gen. 9: «Arcum meum ponam in nubibus, et erit signum foederis mei». Secundo explendae promissionis, 2 Corinth. 1: «Quotquot promissionis Dei sunt omnes in illo sunt». Tertio divinae dilectionis Joan. 3: «Sic Deus dilexit mundum ut Filium suum unigenitum daret». Quarto cessaturae legis, Ps. 39: «holocausta et pro peccato noluisti».
Vangelo (Gv 12,1-11)
Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Làzzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Làzzaro era uno dei commensali. Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo. Allora Giuda Iscariòta, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: «Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché ella lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me». Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Làzzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Làzzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.
Marta, Lazzaro e Maria
San Tommaso
(Sul Vangelo di San Giovanni,
c. 12, lez. 1, IV, vv. 2-3, n. 1595)
1595. Vengono poi presentate tre persone come commensali o come servitori: Marta, Lazzaro e Maria.
Marta sta qui a indicare i prelati, che sono istituiti quali ministri nelle varie chiese, secondo quella frase di S. Paolo (1 Cor 4,1): «Dovete considerarci come servitori di Cristo e dispensatori dei misteri di Dio». E qui è detto appunto che «Marta serviva». Come pure è ricordato in Lc 10,40: «Marta s’affannava tra molte faccende».
Lazzaro poi, il risuscitato, sta a significare i fedeli sottoposti al ministero dei prelati e ricondotti dal peccato allo stato di giustizia: essi banchettano assieme agli altri giusti con il Signore. Perciò sta scritto: «Lazzaro era uno dei commensali». «I giusti si rallegrino ed esultino davanti a Dio, e cantino di gioia» (Sal 67,4).
Maria invece sta a indicare i contemplativi. Infatti di lei si legge (Lc 10,39): «Maria, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola».
Testo latino di San Tommaso
(Super Ioannem,
c. 12, lect. 1, IV, vv. 2-3, n. 1595)
Deinde ponuntur tres personae ei assistentes vel ministrantes: scilicet Martha, Lazarus et Maria. Per Martham significantur praelati, qui ad ministerium in Ecclesiis instituuntur, secundum illud 1 Cor. 4,1: sic nos existimet homo ut ministros Christi et dispensatores mysteriorum Dei. Unde dicitur et Martha ministrabat; Lc. 10,40: Martha autem satagebat circa frequens ministerium. Per Lazarum autem resuscitatum significantur subditi ministerio praelatorum a peccatis ad statum iustitiae reducti, qui cum aliis iustis spiritualiter cum Domino epulantur, unde dicitur Lazarus autem unus erat ex discumbentibus cum eo; Ps. 67,4: iusti epulentur, et exultent in conspectu Dei, et delectentur in laetitia. Per Mariam significantur contemplativi. Dicitur enim Lc. 10,39, quod Maria sedens secus pedes Domini, audiebat verba illius.